
Alcuni mi hanno detto “devi decidere cosa vuoi scrivere”, “dai una direzione al tuo blog”, “ci sono troppi argomenti diversi nel tuo blog, c’è confusione”.
Mi viene da ridere perché quello che gli altri chiamano confusione per me è lavoro.
Il mio blog può sembrare un’accozzaglia di tante cose diverse, una specie di bazar in cui si trovano tools, tutorial, libri, idee, progetti, considerazioni senza una direzione precisa. Quello che penso è che se non fosse così non sarei una maestra.
Una maestra è una “generalista”, il che può voler dire saper fare tante cose male e non approfondire nulla oppure saper fare un po’ di tutto, essere pronte a risolvere problemi di ogni tipo, saper prendere velocemente una moltitudine di decisioni, avere un’enorme capacità di adattamento e un buon allenamento al pensiero divergente.
Dove gli altri vedono disordine, le maestre vedono risorse, idee, attività, creazioni, percorsi, competenze, soluzioni, collegamenti, connessioni.
La prima volta che ho sentito parlare della figura professionale del generalista mi trovavo a lezione all’università e stavo seguendo un corso di “Teoria dell’organizzazione e la complessità sociale”. In quel momento ho capito chi sono e quale è il mio posto nel mondo.
L’evoluzione velocissima del mondo del lavoro oggi rende giustizia al nostro ruolo. Se eccellere in una disciplina ci rende più facilmente etichettabili e riconoscibili professionalmente, essere generalisti ci permette di avere quelle competenze che in molti campi, specialmente quelli “complessi e imprevedibili” (la scuola è uno di questi), sono fondamentali. E’ lì che i generalisti spiccano per la loro creatività e problem solving.
Quindi, care maestre, quando vi chiedono che cosa insegnate, rispondete con orgoglio: un po’ in tutto ma soprattutto ad avere a che fare con l’imprevedibile.
Per approfondire:


